iron bike 2006

Pubblicato il 04 Ago 2006


iron bike 2006 Prologo.

La telefonata di Franco " Pipino " Sella che mi chiede come mai non abbia ancora mandato gli estremi per iscrivermi all'edizione di quest'anno mi dà la spallata risolutiva.
L'anno scorso avevo tradito per andar a fare la Transalp e ora è come essere il figliol prodigo che torna a casa.La famosa TransAlp tedesca, mito di folle di bikers e data per prova estrema e dura. La settimana che ti fai in bici, in confronto a quella che passi invece sotto l'Iron Bike può al massimo essere considerata una sana sgambata all'aria aperta, con tanti partecipanti tutto attorno a te che parlano solo in tedesco.
Alla Transalp infatti mica ti sfasci come all'Iron Bike.Pedali sudi e fai fatica alla TranSalp. Anche all'Iron Bike, solo che qui fai fatica fino a sputare sangue, la finisci mezzo rintronato dalle cadute e quello che ti chiedi puntualmente ogni fine tappa è perchè sei stato così demente ad iscriverti.
Queste cose le sanno benissimo i partecipanti a questo raid ed infatti il popolo dell'Iron bike è formato da individui molto particolari, calamitati da mezzo mondo proprio perchè questa è la corsa più dura che esista in mountain bike.
I numeri degli iscritti non potrà mai essere quello delle altre gare. Qui il professionista non verrà mai a rischiare le sue preziose gambe, ne tantomeno il comune biker delle granfondo normali. Finirebbe fagocitato dagli stenti e dalle difficoltà.
Comunque presa la decisione, preparare armi e bagagli per questa avventura significa ripetere un iter organizzativo per me ormai ben collaudato..
In primis devo provvedere a trovare posto in aereo per andata e rientro in Sardegna, cosa mica semplice con l'ondata di vacanzieri che ci si ritrova ad Agosto. Il biglietto per andare fino a Linate non è stato un problema. Per rientrare a Cagliari invece a c. sono riuscito ad avere l'ultimo posto utile. In estate è sempre così.
Preso l'aereo continuerò in treno fino a Spotorno in Liguria. Di li con il mio amico Raffaele si andrà quindi al punto di partenza dell'Iron Bike, che è come sempre la citta di Saluzzo.
Per potermi muovere agevolmente fra aerei e treni smonterò completamente la bici e mettendo forcella e meccanica dentro il capiente zaino da trekking che conterrà anche il resto delle cose necessarie. Telaio e ruote le impacchetto a formare un leggero bagaglio a mano. Così facendo non mi devo trainare pesanti e ingombranti fardelli poco pratici nei movimenti. Ed evito sovratasse e vessazioni varie agli imbarchi sui voli.
Per questa gara ho dovuto adottare una variante sul tema. Essendo parecchia la roba necessaria per una settimana, e dovendo portarmi anche il materiale da campeggio ho spedito con un pacco celere molto del necessario all'indirizzo di Raffaele. Con poco più di 10 euro mi libero in un colpo di parecchio fardello dai bagagli. Li ritroverò direttamente a destinazione.
A preparazione fisica come siam messi ? Qualche gara quest'anno l'ho fatta e non sono andato mica piano, però generalmente , almeno rispetto agli anni scorsi ho lavorato molto meno, molti meno allenamenti e poche le gare. In realtà mancano le motivazioni e gli stimoli. Vuol dire che arriverò a quest'appuntamento fresco e riposato come non mai. Domenica scorsa sono uscito in montagna ad allenarmi con il mio amico Samuele Pisu che lui tanto piano non va mai. Il passo che tengo è più che promettente anche se è inutile dire che il buon Samuele, che è allenatissimo e motivato mi ha tenuto "impiccato " con i ritmi dall'inizio alla fine dell'uscita off road.Mi ha consolato con un : ... come zietto sei più che a posto.
Se lo dice lui...
Non ho dubbi su che assetto dare alla bici.
Via la forcella rigida in carbonio che solitamente uso por le gare normali ( compresa la 24 ore di Finale Ligure... ) . Al suo posto la FRM da 50 mm. di escursione con funzionamento aria olio.Basterebbe il prologo fra le scalinate medioevali di Saluzzo per giustificarne la presenza... Conferma invece per la trasmissione che adotta come rapporti anteriormente le due corone anteriori da 40 e 30 denti e posteriormente il generoso pacco pignoni a 9 11/34.
Con l'asse del movimento centrale da 102 ho un formidabile fattore Q e posso incrociare agevolmente qualsiasi combinazione di rapporti senza strssare la preziosa ma delicata catena.
Con le ruote ho qualche perplessità. Da anni ormai monto gomme leggere no tubless che trasformo in tali mettendoci il liquido antiforatura, ovviamente adottando le ruote con cerchi idonei ( le crossmax per intenderci ). A volta va bene e a volte va male. Quando va male (cioè fori o peggio ) allora sono dolori. Il tempo che ci vuole per stallonare il tutto con il liquido trasformatosi in parte in vischio e la riposizionatura di una camera d'aria non sono certo i due minuti canonici.
Quest'anno torno all'antico, come nel 97.camere d'aria pretrattate con il liquido antiforatura all'interno ( 35 cc. )e gomme standard ( Piton ). Vado via tranquillo che se foro o altro ho tempi certi per la riparazione.
Mi porterò dietro lo zainetto del camelbak. Non tanto per l'opportunità di metterci la sacca con l'acqua , cosa che può anche starci in certe tappe, quanto perchè nelle tasche trovano spazio gli indispensabili materiali al seguito.
Che sono :
l'obbligatorio kit di emergenza ( fra cui telefono, coltello, fischietto e telo termico), il set di brugole, un pò di fil di ferro, nastro adesivo,un pezzo di pane, una busta di mandorle o di uva passa,due camere di scorta, bombolette di aria compressa,un atrezzo multiuso, una mantellina antiacqua , una busta di plastica, kit riparazioni varie con l'Attak (cianocrilato )e forbicine a portata di mano, la pompa per le ruote,dei cerotti e delle salviette.
Questa è tutta roba che non puoi scordarti in tenda, e messa tutta insieme posso assicurare fanno la loro bella zavorra.
Io poi mi porto pure la macchina fotografica.
Le difficoltà di questa gara non le puoi immaginare o valutare guardando i grafici dei percorsi di tappa.
Anche il tracciato più impegnativo può rivelarsi una piacevole sgambata se lo affronti in condizioni ottimali: la giornata è tersa con temperatura ideale. Ti sei fatto una bella dormita e hai recuperato le fatiche del giorno prima magari anche grazie a una bella mangiata per cena. La bici è a posto, ripulita e ben lubrificata .Sei quindi forte e a posto e non c'è valico alpino che ti spaventi.
Immaginiamo invece un altro scenario, ben più reale all'Iron Bike.
Hai finito la tappa precedente che ti senti uno straccio. Sei caduto alcune volte e sei pure pestato.All'arrivo non sai se hai più voglia di startene steso a riposare oppure se vorresti mangiare. Per fare entrambe le cose però devi sbatterti a cercare i tuoi bagagli e trascinarli in un luogo ancora libero dove potrai montarti la tenda. Comincia a piovere. Recuperi le tue cose il più in fretta possibile e cerchi un precario riparo. Sei stanco, hai fame ma non hai più le energie per organizzarti la serata. Nell'ordine dovresti darti una ripulita, cambiarti, montar la tenda, prender le stoviglie e cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Quindi rimettere a posto la bici per il giorno dopo e poi di nuovo mangiare e metterti finalmente dentro il sacco a pelo per una doverosa dormita fino al mattino sucessivo.
Invece sei stravolto dallo sforzo appena concluso e tutto quello che riesci a fare è di trovare un pertugio dove aquattarti al riparo dell'acqua che ora scende copiosa. Non riesci a montare la tenda. Tutto cio che ti riesce è toglierti il casco, le scarpe , infilarti così come sei nel sacco a pelo e sprofondarti in un riposo di piombo. Se ti riuscirà mangerai qualcosa dopo. La bici rimarrà com'è e sei già fortunato se non verrai sommerso dal fango mentre dormi stecchito.
Il giorno dopo, alle prime incerte luci dell'alba ti senti più stanco del giorno prima, ti sembra quasi di non aver neanche dormito. Sei tutto pesto e i movimenti necessari per uscir dal sacco a pelo riescono difficilissimi. I rumori che percepisci sono confusi e ovattati dalla pioggia e dalla foschia che avvolge il tutto. L' odore acre di olio ricinato degli apripista che iniziano la loro giornata andando per primi a verificare e tracciare il percorso con le moto ti fa capire che devi alzarti e rimettere in un sacco le tue cose che dovrai affidare all'organizzazione che è già al lavoro. Hai freddo, sei tutto bagnato e non sai se dare uno sguardo alla ruota della tua bici che ora è desolatamente floscia o andare a mangiare qualcosa...
Continua a piovere e non sai cosa come vestirti. Il patron della corsa , Cesare Giraudo appare dentro uno scintillante fuoristrada e si vede che non ha nessuna voglia di uscirne a sporcarsi le scarpe . Il ghigno stampato in faccia tradisce la sua soddisfazione nel constatare che le difficoltà della sua gara aumentano, sogna gia innumerevoli ritiri per la tappa imminente.. Anche Franco Sella è in giro a dare disposizioni e ad organizzare la logistica, ma almeno lui va in moto e non in elicottero, e la pioggia se la prenderà tutta pure lui...
Partire in questo modo ad una tappa dell'Iron Bike ti mette a un bivio : o sopravvivi e poi risorgi o ti ritiri. Per questo è sempre in funzione " la tradotta " che l'organizzazione mette a disposizione ad ogni fine tappa per chi getta la spugna. Un pulmino che carica i ritirati di giornata per riportarli mestamente a valle, al punto di partenza di Saluzzo.
Ad onor del vero quello della conta dei ritirati di giornata è uno dei momenti attesi dallo staff organizzatore. Più alto è il numero maggiore è la soddisfazione che traspare fra gli addetti ai lavori...
Per Giraudo e c. la perfezione all'Iron Bike la raggiungeranno quando per fare il podio non ci sarà più bisogno dei cronometristi : basterà attendere l'arrivo dell'unico classificato.. Solo uno che riesca a concludere ! Tutti gli altri eliminati dalla montagna... Questo è il sogno di Cesare Giraudo, una saga di ritiri interminabile.. e lui che si gode la scena dall'alto con il suo elicotterino...
Come sempre per fortuna sono in parecchi che non si arrenderanno di fronte alle difficoltà , per grosse che siano.Ora che ancora non sono partito, mentre preparo i bagagli e faccio l'inventario delle cose che mi devo portare dietro, so che le cose più importanti saranno la concentrazione, la determinazione e la serenità con cui affronterò questa ennesima Iron Bike .

per il seguito e le immagini del 2006 vai nella pagina Sport : Iron Bike 2006, all'inferno e ritorno.


Galleria